Io voto il partito dell’Intelligenza. Esiste?
Tempo di elezioni, tempo di riflessioni.
Sono giorni concitati nel nostro paese, lo sono per la verità, ogniqualvolta si deve andare al voto.
Accade spesso dite? Si è vero, purtroppo o per fortuna.
Certo è che queste prossime elezioni del 4 marzo segneranno comunque vadano, un solco profondo e un’ennesima spaccatura per la nostra bella nazione.
Ma non voglio certo annoiarvi con tesi politiche o congetture varie, no qui voglio lanciare una provocazione: fondiamo il partito dell’intelligenza? Attenzione non fondo, ma fondiamo, perché non sono certo di poterne far parte ma sono abbastanza sicuro, che potrei esserne un buon elettore.
Abbiamo infatti a mio avviso bisogno, di ripristinare le sfere cognitive del nostro cervello e ridare fiato a quelle oniriche. Brutti fatti hanno colpito da vicino le nostre belle e tranquille( si lo sono ancora) Marche. Accadimenti che ci hanno fatto balzare all’ordine delle cronache tra l’ignoranza più totale di molti nel sapere dove fossero ubicate Pollenza o Macerata. Un po come per Fermo un anno e mezzo fa, nella vicenda Emmanuel e Amedeo.
Una regione al plurale che di colpo, diventa virale e non per cose positive, tutt’altro. Sui fatti specifici non voglio nemmeno entrare, dato che chiunque saprà di cosa si parla, ma voglio portarvi a riflettere su cosa a mio avviso c’è di sbagliato in tutto quello che sta avvenendo e dei rischi a cui andiamo incontro. Ho ascoltato chi si candida a guidarci, proporre maggiori spese militari, investimenti in polizia,carabinieri, esercito, ronde e quant’altro e solo all’ultimo mi è parso di captare nell’aria la parola “educazione”.
Sant’iddio, apriti cielo!
I social sulla vicenda di Pamela e Luca Traini, sono stati i veri protagonisti come consuetudine oggigiorno. Sono diventati il deus ex macchina dell’informazione con articoli, contro articoli, post, commenti, insulti e sparate. Pochi hanno inserito nei propri articoli quellla parola che ho virgolettato sopra.
Mentre tra la gente comune c’è chi si è fatto portatore della pace, chi si è ufficialmente schierato con il ragazzo di Tolentino e chi ne ha preso le distanze. Chi parla di “razzismo e fascismo”, chi di un’”esagitato” e basta. C’è pure chi gli darebbe una medaglia e c’è chi difende anche i tre ragazzi nigeriani. Fatto sta che nel leggere alcuni commenti, ho notato un’odio e un’aggressività che fanno paura, tanta paura.
Scusate ma allora dove abbiamo sbagliato e cosa ci siamo persi? Ci siamo persi le persone. Già le persone, i ragazzi, i bambini.
Pamela aveva i suoi problemi da cui non è riuscita ad uscire, problemi più grandi di lei ed ha trovato sul suo tragitto chi poteva aiutarla e non l’ha fatto e addirittura chi l’ha barbaramente uccisa ed ha abusato del suo corpo. Ci siamo persi i genitori della ragazza, che non hanno più una figlia spedita in una comunità per tornare a sognare coi suoi 18 anni. Ci siamo persi le famiglie dei ragazzi di colore aggrediti da Traini un sabato mattina nella centralissima Macerata. Ci siamo persi noi stessi.
Educazione alla didattica. Studiare le azioni, osservarle e farne degli esempi.
Insegnare la diversità, l’interculturalità tra razze, globalizzarsi e non perdersi in facili trappole che ogni giorni si presentano. Le sfide che attendono il nostro paese e la società nel suo complesso, sono difficilissime e taglienti, si rischiano ferite profondissime. Bisogna farsi trovare pronti, bisogna recuperare la nostra intelligenza, la nostra razionalità nell’osservare le situazioni con quello che la nostra mente ci suggerisce, non con quella che ci viene imposta dagli altri. Dobbiamo farlo per noi stessi, ma soprattutto per quelli che verranno dopo di noi, perché imparino a convivere nel rispetto.
Perché che siano buone o siano cattive, sempre di persone come noi stiamo parlando, magari diverse si, ma pur sempre essere umani.